Per buona visione si intende la capacità del nostro occhio di mettere a fuoco sulla retina i raggi luminosi che provengono dal mondo esterno. L’occhio che vede correttamente si dice “emmetrope”.
Quando invece la messa a fuoco delle immagini non avviene correttamente siamo in presenza di un occhio affetto da un difetto visivo o ametrope.
I principali difetti visivi sono:
I difetti di refrazione si misurano in diottrie: la diottria è l’unità di misura utilizzata per esprimere il potere delle lenti necessario per modificare il percorso della luce e permettere alle immagini di essere a fuoco sulla retina.
Le lenti utilizzate per correggere le ametropie possono essere sferiche (negative o positive) e cilindriche (astigmatiche).
L’acuità visiva, misurata in decimi, indica la riga di lettere più piccola che un soggetto, sottoposto all’esame della vista (visus), è in grado di leggere sulla tavola (ottotipo). Su quest’ultima sono riportati simboli o lettere di diversa grandezza. Quanto più piccole sono le lettere che il paziente è in grado di leggere, tanto più elevata sarà la sua acuità visiva. Ciò vuol dire che un paziente che vede 10/10 vede meglio di un paziente che vede 8/10.
L’astigmatismo è caratterizzato da un peggioramento della vista sia da lontano che da vicino.
L’ipermetropia è caratterizzata da una visione sfocata da lontano e da vicino.
A differenza della presbiopia non ha correlazione con l’età.
La presbiopia è un disturbo della vista caratterizzato dalla perdita progressiva della capacità di mettere a fuoco da vicino.
Si tratta di una condizione legata all’avanzare dell’età.
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