Lasik

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Se hai un difetto visivo, come:

  • la miopia;
  • l’ipermetropia;
  • l’astigmatismo;
  • la presbiopia,

con la tecnica Lasik è possibile correggerlo e migliorare la tua vista.

La differenza, invece, tra PRK standard e PRK transepiteliale consiste nella metodica di asportazione dell’epitelio di superficie.

La chirurgia refrattiva con Lasik, o meglio Femto Lasik, si propone di rimodellare la superficie della cornea in modo da portare il fuoco dell’immagine che stiamo osservando sulla retina, attraverso la creazione di un flap corneale.

Lo sviluppo di tecnologie laser all’avanguardia, come il laser ad eccimeri e il laser a femtosecondi, rendono possibile e indolore un trattamento che prima veniva effettuato con il microcheratomo, uno strumento meccanico la cui precisione era legata principalmente alla manualità del chirurgo.

L’evoluzione degli strumenti e della tecnica, ha reso la Femtolasik una soluzione sempre più richiesta dalla popolazione, non solo italiana, ma mondiale.

Vediamo ora in cosa consiste la procedura Femtolasik.

La Femto Lasik

occhio miope e occhio ipermetrope

Nell’immagine sopra, da sinistra a destra: il focus corretto (il fuoco è sulla retina), il focus di un’occhio ipermetrope (il fuoco è posteriore alla retina) e il focus di un occhio miope (il fuoco è anteriore alla retina).

La Lasik, acronimo di “Laser ASsisted In-Situ Keratomileusis“, ha rivoluzionato il mondo della chirurgia refrattiva e della correzione dei difetti visivi: al giorno d’oggi, è possibile eseguirla con il laser a femtosecondi, prendendo il nome di Femto Lasik.

In pazienti adeguatamente selezionati, la Femto-Lasik offre diversi vantaggi rispetto alle altre tecniche, tra cui:

  • un recupero visivo più rapido;
  • un minor discomfort post-operatorio;
  • una maggiore predicibilità dei risultati.
Il trattamento prevede in primo luogo la creazione del flap corneale con il laser a femtosecondi, che permetterà di intervenire nella parte sottostante della cornea con il laser ad eccimeri.
Quest’ultimo sfrutta la potenza di una luce ultravioletta pura, modificando l’assetto corneale tramite evaporazione di particelle di tessuto in modo microselettivo.
Il laser a femtosecondi, usato nella Lasik è considerato il miglior avanzamento in chirurgia refrattiva degli ultimi anni, ha migliorato la qualità e la geometria del flap eliminando in via definitiva l’uso del microcheratomo e rendendo la Femto-Lasik a tutti gli effetti un trattamento “senza bisturi”, senza tagli.

Il candidato ideale

Tutte le persone possono sottoporsi al trattamento Femto-Lasik. Tuttavia, sei un buon candidato solo se:
  • hai un difetto visivo di entità compatibile al trattamento (alcuni difetti visivi elevati non possono essere trattati);
  • non hai patologie oculari, come il cheratocono o la sindrome grave dell’occhio secco;
  • il tuo difetto visivo è stabile da almeno un anno, o comunque hai l’età giusta per sottoporti al trattamento;
  • sei veramente stanco di portare gli occhiali;
  • sei stanco di avere gli occhi rossi per colpa delle lenti a contatto;
  • vuoi migliorare il tuo stile di vita;
  • sei in grado di accettare che esista una probabilità, seppur infinitesimale, di dover continuare a portare occhiali o lenti a contatto dopo il trattamento.
Le patologie oculari risultano essere il più grande ostacolo per l’attuazione della Femtolasik, in quanto la loro presenza non garantisce risultati ottimali: questo avviene perché alcune patologie vedono nel tempo una mutazione della conformazione oculare, rendendo il trattamento poco efficace nel lungo termine.

L'iter terapeutico

L’iter terapeutico prevede come primo passo da compiere il check-up refrattivo, una visita oculistica approfondita nella quale sarai sottoposto ad una serie di esami non invasivi, per stabilire se sei o meno un candidato ideale per la Lasik e per valutare in generale lo stato di salute dei tuoi occhi.

Come già anticipato prima, non tutti i pazienti possono sottoporsi alla Femtolasik: la candidabilità può essere confermata, infatti, solo con il check-up refrattivo.
Per questi esami non sarà necessaria una particolare preparazione, se non per quanto riguarda la sospensione delle lenti a contatto qualche giorno prima della visita.

Il checkup refrattivo

oculista milano lasik

Il dr. Gaspare Monaco durante un esame oculistico

Il check-up refrattivo prevede una serie di esami, atti alla valutazione dello stato di salute generale dell’occhio.

Questi sono:

  • esame della vista e delle diottrie mancanti (esame refrattivo);
  • topografia corneale, lo studio della morfologia corneale;
  • pachimetria, in cui viene misurato lo spessore della cornea;
  • aberrometria corneale, lo studio delle aberrazioni visive prodotte dalla cornea e scomposte nelle sue due componenti principali, quelle di alto e basso ordine;
  • tomografia del segmento anteriore, lo studio dei rapporti tra le varie strutture anatomiche dell’occhio;
  • pupillografia, la misurazione del diametro pupillare in diverse condizioni di illuminazione ambientale;
  • tonometria, la misurazione della pressione intraoculare (utile per individuare il glaucoma);
  • tomografia ottica computerizzata (OCT) della retina, lo studio della macula e del nervo ottico;
  • retinografia ed esame del fundus oculi.

Luciano Sassano, Responsabile Commerciale di CSO, presenta il Sirius, lo strumento che uso per la raccolta e l’analisi dei dati prima di sottoporre i miei pazienti ad ogni intervento laser.

Gli esami permettono di valutare l’entità del difetto visivo e la presenza della sindrome severa dell’occhio secco o del cheratocono, due tra le più comuni cause di impedimento al trattamento Lasik.
Durante il check-up refrattivo ti verranno somministrate gocce oculari per permettere la corretta esecuzione degli esami; alcune di queste ti faranno vedere sfuocato per circa 4-6 ore, per tale ragione ti consigliamo di non guidare al termine della visita e di tornare a casa con i mezzi pubblici o accompagnato.
Inoltre è necessario sospendere l’utilizzo delle lenti a contatto da almeno 7 giorni prima del check up refrattivo per non alterare le valutazioni.

L'intervento laser agli occhi

Riproduci video
lasik premio nobel
La scoperta del laser a femtosecondi è stata celebrata con l’assegnazione del Premio Nobel per la fisica 2018 in quanto considerata “innovazione rivoluzionaria nel campo della fisica dei laser”. Il premio è stato assegnato anche sulla base delle applicazioni mediche quali la chirurgia laser dell’occhio.

Il giorno del trattamento con Femtolasik sarà necessario evitare:

  • l’utilizzo del make-up;
  • profumi, dopobarba e creme di qualsiasi tipo.

Sarà necessario venire accompagnati, in quanto dopo l’operazione potrà manifestarsi una leggera fotofobia (sensibilità nei confronti della luce) e la vista sarà annebbiata per alcune ore: si sconsiglia, dunque, di mettersi alla guida, anche se saranno già percepibili i primi risultati.

La Femtolasik ha una durata media compresa tra i 10 e i 20 minuti e consta di poche fasi principali:

  • instillazione di alcune gocce anestetiche:
  • creazione del flap corneale con il laser a femtosecondi;
  • trattamento con il laser ad eccimeri per rimuovere il difetto visivo
  • riposizionamento del flap corneale.
L’unico compito del paziente sarà quello di fissare attentamente alcune luci, soprattutto nella terza fase che dura pochissimi secondi, al fine di ottenere un trattamento centrato e preciso.
Il mio staff ti darà le ultime indicazioni e fugherà ogni tuo dubbio sui comportamenti da tenere nelle immediate fasi post-operatorie.

Da qualche anno ormai non bendo più i miei pazienti, ai quali però consiglio di uscire dalla clinica con gli occhiali da sole.

Si consiglia, inoltre, di dormire o tenere gli occhi chiusi fino all’indomani mattina una volta rientrati a casa, per migliorare ulteriormente il processo di guarigione.

Il recupero postoperatorio

vista dopo lasik

La Femto-Lasik, a differenza di altre tecniche, ha un post-operatorio indolore e rapido.

Alcuni pazienti lavorano qualche ora già all’indomani dalla procedura, tuttavia consiglio di riposare 3-4 giorni prima di tornare alla routine quotidiana.

Per monitorare correttamente la guarigione nel post-operatorio, verranno fissate tre visite di controllo:

  • a 24 ore;
  • a 7-10 giorni;
  • a 30 giorni.

Ad ogni modo, è possibile anticipare i controlli in caso di dubbi o anomalie durante il processo di guarigione, per cui potremo vederci all’occorrenza e valutare la situazione.

Per i pazienti che vengono da lontano cerco di ridurre, ove possibile, i controlli a due, quello dell’indomani ed un altro a 15-20 giorni.

Le differenze con Prk e PRK Transepiteliale

Oltre alla tecnica Lasik, c’è la possibilità di effettuare il trattamento di chirurgia refrattiva attraverso la tecnica PRK, acronimo che sta per PhotoRefractive Keratectomy: essa può essere poi classificata in PRK Standard e PRK Transepiteliale.

PRK

Il trattamento PRK prevede 2 step: la rimozione dello strato più superficiale della cornea (epitelio) ed il trattamento con laser ad eccimeri.

Si tratta di una tecnica che utilizzo principalmente in caso di:

  • cornee sottili;
  • necessaria rimozione di macchie sulla cornea legate a cicatrici post-traumatiche
La PRK è una tecnica sicura ed efficace, ma ha un post-operatorio più doloroso e più lungo rispetto alla FemtoLasik.
Lavorando e vivendo in una città frenetica come Milano, spesso i pazienti mi chiedono di tornare all’attività lavorativa il prima possibile: per questo motivo la Lasik rimane la tecnica attualmente più utilizzata.

Ho dedicato a questo proposito un articolo sulle differenze tra Femto Lasik e PRK, in cui spiego le caratteristiche di entrambe le tecniche, perché vengono utilizzate e quali sono le tempistiche necessarie per il recupero ottimale della vista.

PRK Transepiteliale

La differenza, invece, tra PRK standard e PRK transepiteliale consiste nella metodica di asportazione dell’epitelio di superficie.
Nella PRK standard la rimozione dell’epitelio corneale viene eseguita manualmente dal chirurgo, mentre nella PRK transepiteliale è il laser stesso che rimuove prima l’epitelio e successivamente esegue la correzione del difetto visivo.

Il risultato a due mesi dall’intervento risulta, quindi, essere lo stesso in tutte e tre le tecniche ma con alcune differenze nelle tempistiche di recupero:

prk transepiteliale