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dr. Gaspare Monaco

Responsabile dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Policlinico San Donato.

La PRK: indicazioni, tecniche chirurgiche e differenze con la Lasik

La PRK è una tecnica per correggere tutti i difetti visivi. Un'analisi delle indicazioni all'intervento, le tecniche e le differenze con la Lasik.
lasik o prk

La PRK, acronimo di Photo Refractive Keratectomy, è una tecnica di chirurgia refrattiva che prevede l’utilizzo del laser ad eccimeri per il trattamento dei difetti visivi.

Richiede un’età minima per sottoporsi all’intervento, variabile in base al difetto visivo da trattare.

La PRK

prk

La PRK prevede l’utilizzo del laser ad eccimeri per rimuovere piccolissime parti di tessuto dallo stroma corneale tramite ablazione.

Prima del rimodellamento viene rimosso – sempre tramite laser – l’epitelio corneale, il sottilissimo strato di cellule presente nella parte più esterna, che si rigenera completamente in 4-5 giorni.

La PRK può essere programmata dopo un’approfondita visita oculistica chiamata check-up refrattivo, assolutamente necessaria per comprendere la procedura da adottare.

Il check-up refrattivo è utile per capire se ci si trova in presenza di patologie oculari, come, ad esempio, la sindrome dell’occhio secco (causata dalla disfunzione delle ghiandole di Meibomio) o il cheratocono, condizioni che impediscono l’esecuzione del trattamento.

Le indicazioni alla PRK

La PRK è indicata per:

È necessario che ogni difetto visivo sopra elencato sia stabile da almeno un anno.

L’età minima richiesta varia, infine, in base al tipo di difetto da correggere:

  • 25 anni per la miopia;
  • 18 anni per l’astigmatismo e l’ipermetropia.

Chi può fare il laser agli occhi?

La valutazione preliminare per la candidabilità all’intervento con check-up refrattivo consiste in:

  • esame refrattivo, per accertare l’effettiva capacità visiva e la correzione necessaria;
  • topografia corneale, per mappare la parte anteriore e posteriore della cornea;
  • pachimetria, per la misurazione dello spessore della cornea;
  • aberrometria corneale, per verificare le alterazioni dei mezzi diottrici;
  • pupillografia, per la misurazione del diametro pupillare in base a variazioni luminose;
  • tonometria, per la misurazione della pressione intraoculare;
  • tomografia ottica computerizzata (OCT) della retina, per individuare patologie oculari posteriori dell’occhio;
  • esame del fundus, per verificare eventuali alterazioni della retina periferica.

Il candidato ideale per la PRK, dunque, presenta un difetto visivo lieve o moderato, con una cornea non adatta alla Lasik.

Anche se l’età minima richiesta è di 18 anni per astigmatismo e ipermetropia, è preferibile che il paziente abbia più di 21 anni, con un difetto visivo stabile negli ultimi dodici mesi.

Inoltre, è cruciale l’assenza di gravi condizioni oculari come secchezza oculare intensa o cataratta.

Il candidato ideale per la PRK:

  • non presenta patologie oculari come la sindrome dell’occhio secco o il cheratocono.
  • presenta un difetto visivo lieve o moderato e stabile da almeno 12 mesi,
  • ha una cornea sottile o in cui sono presenti malformazioni;

PRK o Lasik: quale scegliere?

La principale differenza tra Lasik e PRK risiede nella procedura iniziale:

  • nella Lasik (o meglio, FemtoLasik), si crea un lembo corneale chiamato flap che viene sollevato per permettere al laser di rimodellare la cornea;
  • nella PRK, lo strato esterno della cornea (epitelio) viene completamente rimosso (e si rigenera progressivamente) prima dell’uso del laser.

Di conseguenza, i tempi di recupero per la Lasik sono generalmente più rapidi, con minori disagi post-operatori, rispetto alla PRK, dove la rigenerazione dell’epitelio richiede più tempo e può causare maggior discomfort iniziale.

Bisogna però precisare che la PRK viene suddivisa a sua volta in due:

  • la PRK standard in cui l’epitelio viene rimosso a mano;
  • la PRK transepiteliale in cui l’epitelio è rimosso con il laser.

Il recupero postoperatorio della PRK transepiteliale risulta quindi più rapido della PRK standard, ma comunque maggiore rispetto alla FemtoLasik.

La PRK è, ad ogni modo, spesso preferita per pazienti con cornee sottili o altre condizioni oculari specifiche, non idonee al trattamento Lasik.

La preparazione alla PRK

Prima dell’intervento è essenziale che i pazienti interrompano l’uso di lenti a contatto per almeno 7 giorni prima della chirurgia, per evitare qualsiasi alterazione della forma corneale.

Inoltre, il giorno dell’intervento, è consigliato non applicare cosmetici, creme, o profumi nella zona perioculare.

È importante anche pianificare il rientro a casa post-intervento, preferibilmente con l’assistenza di un accompagnatore, considerando che la capacità visiva potrebbe essere temporaneamente compromessa.

L’intervento di PRK

Entrambe le tecniche prevedono l’instillazione di gocce di collirio anestetico e l’utilizzo di un blefarostato per mantenere l’occhio aperto.

Viene rimossa la parte superficiale della cornea (l’epitelio) ed utilizzato il laser ad eccimeri per correggere la curvatura anomala, in modo da far cadere le immagini perfettamente sulla retina.

Come si vede dopo l’intervento di PRK?

Con la PRK standard sono necessari 5-7 giorni per l’eliminazione del dolore e 4-5 settimane per un completo recupero visivo.

Con la PRK transepiteliale sono necessari 3-4 giorni per l’eliminazione del dolore e 2-3 settimane per un completo recupero visivo.

I difetti visivi lievi (3-4 diottrie) si compensano in maniera efficace, offrendo una vista ottimale al paziente.

Si può assistere, in fase di guarigione, ad un fenomeno chiamato haze, che consiste in una cicatrizzazione della cornea non corretta, che provoca una visione opacizzata.

L’haze è tuttavia prevenibile, prendendosi cura del proprio occhio e seguendo attentamente la terapia postoperatoria prescritta.

Quanto costa la PRK

Il costo della PRK standard è di 3.200€ per entrambi gli occhi.

Il costo della PRK transepiteliale è di 3.450€ per entrambi gli occhi.

Il costo per la Lasik, invece, è di3.800€ per entrambi gli occhi.

Le cliniche presso cui opero sono convenzionate con le maggiori compagnie assicurative ed è anche possibile, in modo immediato, finanziare l’intero importo del trattamento.

Domande frequenti

Di seguito trovate le domande più frequenti dei pazienti.

Quando si recupera la vista dopo la PRK?

La vista migliora gradualmente; i difetti visivi lievi richiedono circa 4-5 settimane per un recupero completo, mentre con la PRK transepiteliale i tempi si riducono a 2-3 settimane.

I primi giorni possono quindi essere caratterizzati da una visione offuscata.

Quanto dura la PRK?

Gli effetti della PRK sono permanenti, poiché il laser modifica in modo stabile la curvatura della cornea.

Tuttavia, la durata del risultato può essere influenzata da fattori come l’invecchiamento o eventuali cambiamenti naturali dell’occhio nel tempo (es. presbiopia o altre condizioni legate all’età).

Cosa evitare dopo?

Dopo la PRK, evitare:

  • l’esposizione diretta a luce intensa o sole senza occhiali protettivi;
  • nuotare, usare cosmetici o toccare gli occhi per circa 2-4 settimane;
  • attività fisiche intense o rischiose per 1-2 settimane.

Quanti controlli sono necessari dopo l’intervento?

I controlli principali dopo l’intervento sono 3:

  • dopo 24 ore per verificare l’adesione della lente protettiva e il processo di guarigione iniziale dell’epitelio;
  • dopo 4 giorni, per rimuovere la lente protettiva e monitorare la cicatrizzazione;
  • dopo 30 giorni per valutare il recupero visivo e l’eventuale presenza di haze o altre anomalie.

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